Dopo averla studiata a fondo, visionando tutti i suoi film, parti delle opere di teatro e aver letto approfonditamente alcune sue biografie, tra cui “Tutto su Mariangela” di Michele Sancisi (che non tralascia il minimo dettaglio di una donna/attrice come Mariangela Melato), mi sono appassionata e come mio costume innamorata di questa grande donna di cui, in realtà,
sapevo ben poco.
Molto discreta e riservata, coraggiosa e fragile, rigorosa e anarchica, sensibilissima e dura, una star corteggiata e ospitata in tutto il mondo che ha saputo fare scelte personali senza condizionamenti esterni. Da attrice ho riscontrato molte cose in comune con lei e forse in comune con tante donne. Non ho voluto cimentarmi con testi di sue grandi interpretazioni, evitando di fatto il rischio di pormi mio malgrado in una immotivata, non voluta, competizione attorale.
Ne è nato quindi un dialogo immaginario, un’evocazione di Mariangela partendo da queste similitudini fatte di emozioni, sentimenti, lavoro e pensieri. Parlo io, parlo utilizzando molte sue espressioni tratte proprio dalle sue interviste, espressioni
che sono anche le mie, che sento mie.
Per volontà di una regia attenta e rispettosa del dettato narrativo, il mio monologo si è trasformato in un dialogo, surreale, ironico e divertente, ambientato in un caffè teatrale ricco di una musicalità che ha accompagnato per lunghi tratti la vita e le grandi passioni di Mariangela Melato, una protagonista del nostro secolo, un’attrice che ha fatto della sua vita e della sua
carriera un esempio.
di e con Anna Paganini Bresaola
Claudio Moro (chitarra)
Disegno Luci Carlo Menè
Scene Raffaella Mutani
Regia di Zenone Benedetto – coproduzione con I Guardiani dell’Oca