Spettacolo comico – brillante in dialetto veneto di Anna P. Bresaola – Regia di Claudio Messini

Uno studio televisivo come tanti: una trasmissione verità di cui la TV straripa. Quei luoghi con divanetti per gli ospiti, telecamere e applausi finti, dove le lacrime facili fanno spettacolo e il dolore diventa prima patetico grottesco e infine terribilmente comico. Solo in uno studio televisivo è possibile che la realtà diventi spettacolo di se stessa . E allora basta che nello studio siedano due sprovveduti, della borghesia contadina con “l’inalfabetico” che ne deriva, due mediocri qualsiasi con manie di protagonismo, chiamati a difendere davanti alle telecamere il figlio ingiustamente carcerato. Una escalation di mostruosità, di paradossi, di insulsaggini e convenzioni che squarciano il velo di una società malata e sfociano nel comico, nell’assurdo che ci fa ridere ma, alla fine, solo di noi stessi. E così anche due come el Tano e la Cesira riescono ad essere ingaggiati dala television, misurati e premiati dall’Audience unica giudicatrice della validità di programmi e persone, poco importa di ciò che si dice e chi lo dice, poco importa se la gente segue le trasmissioni per bravura dei protagonisti o per compassione degli stessi, l’importante è che faccia Audience. Da una idea di Simone Azzoni ne è nato un copione dissacrante, una satira alla veneta sul cannibalismo della televisione, sulla piatta banalità di esistenze abitudinarie, condotte tra lo spreco della parola svuotata ormai di senso e i riti della famiglia media. Uno spettacolo verità, certo, come le trasmissioni, ma inesorabilmente reale…

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